La filosofia dell’Orologio
Di Alberto Gaggero
Nei tornei di Warhammer, in ognuna delle loro forme, esiste una costante che non diminuisce mai di importanza: il tempo. Infatti, per quanto possa essere bello giocare una partita di Warhammer senza curarsi del tempo che passa, i tornei si trovano nel bisogno di regolare in modo stringente l’utilizzo di questa risorsa da parte dei giocatori. La sede dell’evento solitamente è affittata per un periodo di tempo ben definito, e gli organizzatori, gli arbitri ed i giocatori stessi hanno, nella maggior parte dei casi, desiderio non solo di trovare il tempo di fare altre cose durante una giornata di torneo, ma anche di evitare di affaticarsi eccessivamente durante il suo svolgimento.
Queste ragioni portano ogni torneo ad organizzarsi in turni di un tempo ben definito e deciso dagli organizzatori. Inoltre, tra ogni turno dovrebbe esserci del tempo per permettere ai giocatori di rinfrescarsi, prendere un attimo di riposo e, soprattutto, spostare i propri averi al tavolo dove si svolgerà la loro partita seguente. I tornei non solo segnalano il tempo allocato ad ogni turno all’inizio del torneo, ma ricordano anche ai propri giocatori quanto tempo sia rimasto loro ad intervalli regolari.
Dato ciò, gli agenti ultimi dell’utilizzo del tempo durante un turno sono i giocatori. Questo non solo implica che la responsabilità di tenere conto del tempo sia di questi ultimi, ma che, in aggiunta, i giocatori sono tenuti a concludere la loro partita nel tempo assegnatogli, dato che, nel caso in cui questa regola non venisse rispettata, le conseguenze ricadrebbero sul torneo intero, rallentandone lo svolgimento. Sono inoltre vincolati a concludere la partita in modo “organico”, senza “immaginare” come potrebbero concludersi eventuali turni che rimarrebbero in sospeso dopo lo scadere del tempo. Ovviamente ogni giocatore ha il diritto di appellarsi ad un arbitro nel caso in cui considerasse la propria situazione “speciale”: Potrebbe per esempio chiamare un arbitro per chiedere una breve estensione di tempo anche dopo lo scadere dello stesso; questo detto i casi in cui questa deroga viene concessa sono molto essere, dato che il rallentamento del torneo è un danno considerevole sia all’immagine dello stesso che all’esperienza dei partecipanti tutti.
Per evitare che il tempo venga diviso iniquamente tra i due giocatori è diritto di ciascuno dei due, indipendentemente dai desideri dell’altro giocatore, di utilizzare un chess clock. I chess clock sono strumenti che permettono ai giocatori di dividere in parti uguali il tempo assegnato loro e di tenere conto di quanto manchi non solo alla fine della partita, ma anche alla fine del loro tempo di gioco. Per quanto si tratti di uno strumento importante, e dall’influenza positiva sull’andamento di un torneo o di una partita, puà capitare che alcuni giocatori utilizzino il chess clock con lo scopo ultimo di svantaggiare il loro avversario, spesso ad insaputa di questo. Seguiranno quindi delle indicazioni riguardanti il corretto utilizzo di questo strumento e la filosofia dietro ad esse.
Il chess clock non va manipolato senza informare l’avversario
Anche se può sembrare innocuo, manipolare il chess clock senza informare l’avversario può influenzare di molto le sorti di una partita, e rappresenta un ottimo esempio di potenziale condotta antisportiva. “Passare” il tempo all’avversario senza avvisarlo può condurre quest’ultimo a giocare come se non stesse usando il suo tempo, quindi influenzando il modo in cui le azioni di gioco vengono portate a termine, e può perfino portare a situazioni in cui, per errore, un giocatore sta utilizzando il tempo dell’avversario. Un esempio di questo può essere passare il tempo all’avversario mentre questi sta effettuando dei tiri salvezza senza dare avvisi (es: “Ti passo il tempo per salvare”); una volta terminato di salvare egli potrebbe non passarci indietro il tempo e, con un poco di disattenzione da parte di entrambi, sarebbe quindi possibile che un giocatore prosegua con il gioco mentre a scorrere è il tempo del suo avversario. Se ne deduce che un giocatore è sempre tenuto ad avvisare l’avversario ogni volta che l’orologio viene manipolato.
Ogni giocatore decide indipendentemente come utilizzare il proprio tempo
Visto che l’utilizzo di un chess clock implica la spartizione equa del tempo di gioco, ogni giocatore ha il diritto di utilizzare la sua metà nel modo in cui preferisce. Questo vuol dire che, in casi in cui uno dei due giocatori rimanesse senza tempo, l’altro giocatore può decidere di farlo giocare invece con il proprio. Si tratta di un diritto spesso utile in situazioni di gioco più amichevole, o quando il giocatore senza più tempo ha un livello di esperienza minore rispetto all’altro. Finché il tempo totale della partita viene rispettato ed essa non si dilunga, gli organizzatori e gli arbitri sono contenti nel vedere situazioni di aiuto reciproco e collaborazione tra i giocatori. Questo detto, è ingiusto per qualunque giocatore, indipendentemente dal livello di esperienza, fare pressione sul proprio avversario per farsi concedere del tempo in più: noi arbitri non desideriamo che nessuno dei partecipanti presenti ad un torneo si senta in colpa per aver agito nello spazio che gli è assegnato tramite le regole di gioco.
Il chess clock non va mai fermato da chiunque non sia un arbitro
Visto che certe chiamate arbitrali possono richiedere ampio tempo per essere risolte, un arbitro può sempre decidere di fermare il chess clock quando arriva al tavolo. Questo detto, solamente l’arbitro che ha il poterlo. I giocatori dovrebbero evitare di modificare il tempo di gioco in qualsiasi modo, visto che questo potrebbe modificare il corso della partita.
Le penalità per le infrazioni riguardanti il chess clock sono graduali
Anche se pensiamo che la gestione del clock sia estremamente importante perché un evento sia ben gestito, e che i giocatori debbano essere attenti a non comportarsi in modo antisportivo o disonesto con i propri avversari tramite la manipolazione del chess clock, siamo anche consapevoli che, purtroppo, chiunque possa commettere degli errori in buona fede. Per questo, le penalità riguardanti il chess clock sono graduali, iniziando da un semplice richiamo verbale fino ad arrivare al cartellino rosso per la quarta offesa. Riteniamo sia importante che i giocatori siano educati, più che puniti, per gli errori commessi, e crediamo che questo approccio alle penalità possa rendere l’esperienza meno stressante e più educativa per ogni partecipante.
Spero che questo articolo possa fare chiarezza sui “perché” e sui “come” del chess clock. L’importante è che si riesca a raggiungere un punto in cui i giocatori si possano divertire e l’evento, ed ogni singola partita, siano in grado di raggiungere la loro naturale conclusione. Crediamo che le nostre linee guida possano essere d’aiuto per gli organizzatori e i giocatori, e che, tramite esse, tutti noi possiamo arrivare ad un sistema imparziale, educativo e soprattutto divertente per tutti.